La vite è bella


Insomma, quando ieri mi hanno chiesto di andare a vendemmiare ho storto un po’ il naso.
Un po’ perché sono in ferie sull’isola e un po’ perché tutti i vigneti che ho intorno a casa vengono spazzolati automaticamente da macchine aspiratutto, il che rende la vendemmia assai poco affascinante.
Ma sull’isola, mi dicono, è cosa diversa: e così, si va.
Anzitutto, sveglia alle sei e poi bisogna camminare un’ora lungo il costone della montagna per scendere ai terrazzamenti a vigneto.
Per fortuna, il panorama dell’isola baciato dal primo sole, è abbastanza pittoresco:




e non è che la vigna sia meno pittoresca, così sospesa fa cielo e mare:



Dopo alcune ore di duro lavoro, alle 10 merenda a base di casatiello rustico, salame, provolone, tonno sott’olio dei pescatori locali e classica insalata di cipolle, patate e pomodori. Ovviamente vino a volontà.
Poi si riprende fino all’ora di pranzo, con questo risultato:




Quindi tutti a tavola (questa sarebbe la “paga” dei vendemmiatori per caso come noi): scialatielli all’amatriciana, salsicce con i friarielli (veraci), parmigiana, sfogliatelle e un gigantesco babà.



Il resto del pomeriggio a ciuccarsi col vino della cantina, spillato a volontà dalla cisterna del “buono”, a cantare canzoni napoletane e a pensare che in fondo, la vite è bella.

Un animale che correva a testa in giù


La bella tartaruga, che cosa mangerà?
chi lo sa, chi lo sa…
due foglie di lattuga, poi si riposerà
ah ah ah ah ah ah


(B.Lauzi)


Oggi pomeriggio un nuovo animale ha bussato alla porta della cucina:



Pur trattandosi di un animale lento, non lo è certo di comprendonio visto che ha capito subito qual era la porta giusta a cui bussare affamata:



Ovviamente ha destato la curiosità del gatto Gigio…



ma ha evitato l’incontro ravvicinato richiudendosi nel suo guscio.



In ogni caso è tutt’altro che lenta: l’ho vista zampettare veloce come Bolt, nonostante il paio di chili che si porta dietro, ad una velocità che ho stimato in 4/5 cm al secondo, che sono sempre 200 metri all’ora.

Ma quando te la vedi spuntare dalla siepe, un po’ ingigantita dal teleobbiettivo, non è mica tanto rassicurante, specie se uno ha appena rivisto Godzilla… :woot:



Intuizione, deduzione, gugglazione…


Intuizione, deduzione e gugglazione dovrebbero essere le virtù sufficienti a risolvere questo piccolo quiz:



E’ l’elenco dei Presidenti degli Stati Uniti d’America fino a Bush; ognuno è contraddistinto da “letterine” che rimandano alla “legenda”, che ovviamente ho omesso. Alcune lettere sono facilmente decodificabili, per altre saranno forse necessarie intuizione, deduzione e gugglazione.
Però, chi riuscirà a risolverlo potrà ben dire: “Io sono Legenda”.

F =
D =
W =
R =
I =
4 =
B =
§ =
C =
H =
G =
Q =
N =
S =
M =
+ =

Blue Eyes


Il figlio sopravvissuto del Mammo è ancor più selvatico del genitore: impossibile nemmeno carezzarlo mentre mangia.
Il Mammo li aveva imboscati così bene che quando li abbiamo trovati era ormai troppo tardi per addomesticarli.
Suo fratello è appunto morto di paura: l’abbiamo visto correre come un indiavolato, spaventato per il muoversi di qualche frasca, e andare a sbattere la testa contro il muro, rimanendoci secco.
Questo pure è inavvicinabile, solo con i croccantini si riesce a vederlo a pochi metri di distanza.



Vien quasi voglia di negargli il cibo finché non viene a più miti consigli e si lascia almeno accarezzare; probabilmente morirebbe di fame, se non di paura come il fratello.
Ma non c’è nulla che intenerisca il cuore dell’uomo più di un paio di begli occhioni azzurri, e quindi accontentiamoci delle foto, invece delle fusa.

La Peppa


La Peppa è la gatta più brutta che abbia mai avuto attorno a casa.
Sembra un quadro di Pollock, tant’è che il suo nome per esteso sarebbe Penelope Pollock, la Peppa per gli amici.



Non è nemmeno particolarmente affettuosa o simpatica; si fa avvicinare solo in caso di cibo e per il resto si tiene molto sulle sue.
Tuttavia, almeno per i canoni felini, riscuote un notevole successo: è sempre incinta.
E fortunatamente le risultanze sono più somiglianti ai padri che alla madre: ecco gli ultimi tre peppini, in attesa di essere battezzati appena staranno in piedi…

Per chi di donne se ne intende…


Nel breve video allegato, nell’arco di 100 secondi scanditi dal tempo dei Pink Floyd, ho inserito 100 volti di donne (ognuna di età diversa) da 1 a 100 anni di età in ordine sparso.
Il vero intenditore di donne non avrà difficoltà a individuare l’età di tutte e cento le signore, una per ogni secondo di video; il frettoloso si accontenterà di individuare in quale secondo compare l’arzilla centenaria e in quale la poppante di un anno.
Il maleducato, fregandosene delle buone maniere, provvederà invece a chiedere l’età delle signore a Google.

La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio?


Dal quel vasino di Pandora che è lo smartphone, balza fuori con nipponica baldanza un’app ben degna del “Mai più senza”.
Si tratta di Yumemiru, un’app in grado di controllare il sonno REM e farvi sognare quello che volete.
Chi ha visto Leonardo di Caprio trascinarsi da un sogno all’altro, come in scatole cinesi, nel film Inception , si spaventerà pensando ai macchinari e alle droghe necessarie per una cosa tanto complicata come il controllo dei sogni; ma in questo caso, grazie alla tecnologia giapponese, Yumemiru pensa a tutto.
Basta programmare l’ora della sveglia e – al momento del sonno REM, secondo i calcoli dell’app – una musichetta subliminale accompagnata dalle giuste parole susciterà il sogno prescelto da voi, prima di addormentarvi.
Per il momento, i soggetti tra cui si può scegliere con un lieve tocco del dito indice sono: Amore, Denaro, Natura, Vacanze e Volare.



Sfortunatamente, per il momento si tratta di sogni esclusivamente in giapponese: e considerando le problematiche del traduttore automatico di Google, sono fortemente sconsigliati a chi non conosce perfettamente la lingua del Sol Levante.
Infatti “Amore”, in giapponese come in cinese è rappresentato dall’ideogramma “Ai” e qualche software potrebbe anche interpretarlo letteralmente come l’acronimo di “Artificial Intelligence”, producendo sogni di pecore elettriche o altre noiosità.
O come un’esclamazione di dolore, cosa che in effetti può ben adattarsi all’Amore, ma si rischierebbero sogni piuttosto dolorosi…

”- Egli sogna, adesso. E che cosa credi che sogni?
– Nessuno lo può indovinare.
– Ma come, sogna di te. E se smettesse di sognare di te, dove credi che saresti tu?
– Dove sono ora, naturalmente.
– Niente affatto, non saresti in nessun luogo. Perchè tu sei soltanto una cosa dentro il suo sogno.
Se il Re dovesse svegliarsi, tu ti spegneresti… puf… proprio come una candela.”

(Lewis Carroll, Attraverso lo specchio, 1871)