I Quattrocento dell’Ave Maria


Mia nonna, santa donna, forse prevedendo l’agnostico futuro del nipotino, mi raccontava spesso la storia di un bambino a cui la mamma aveva insegnato a recitare l’Ave Maria tutte le sere prima di coricarsi.
Ma poi, divenuto un uomo, aveva percorso tutte le vie della degradazione morale e spirituale commettendo delitti e infamità.
Tuttavia, per la forza dell’abitudine, aveva continuato a recitare la giaculatoria mariana prima di addormentarsi.
Una volta giustiziato, il delinquente si recò rassegnato alla porta dell’Inferno per subire le pene del fuoco eterno: ma con sua grande sorpresa, davanti alla porta dell’Inferno, trovò una Signora vestita di celeste che lo accompagnò invece al Purgatorio delle Anime, in virtù di quella sua abitudine alla preghiera mariana.

Sfortunatamente per la nonna, il nipotino non ha preso quella salvifica abitudine, però, a parziale compensazione, in una noiosa domenica di febbraio ha predisposto, grazie ai potenti mezzi dell’informatica, “I Quattrocento dell’Ave Maria” a edificazione propria e del frequentatore casuale di questo blog.

Sebbene una sola visione del video valga almeno 8 indulgenze plenarie (facendo conto che le 50 Ave Maria del Rosario ne valgono una), non oso calcolare quanto Purgatorio possa risparmiarsi chi sarà in grado di indovinare, dopo ripetute e accurate visioni, quale lingua è utilizzata in ognuna delle quattrocento versioni proposte nel video.

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