Le twin towers del maggio 1915




Alle 14.10 di venerdì 7 maggio 1915, la turbonave Lusitania della Cunard Line, in viaggio da New York a Liverpool, fu silurata dal sommergibile tedesco U-20, circa quindici miglia a sud dell’Old Head di Kinsale, un promontorio dell’Irlanda meridionale, e colò a picco in diciotto minuti.
Era la nave più grande e più veloce del mondo, uguagliata, forse, solo dalla consorella Mauretania. Era arredata come un albergo di lusso, aveva conquistato il nastro azzurro, era l’orgoglio dei suoi tempi. Alla partenza del viaggio inaugurale, nel 1907, avevano assistito duecentomila persone plaudenti. Ora stava portando a termine la 202° traversata dell’Atlantico (101° viaggio di andata e ritorno), con 1.965 persone a bordo: 574 componenti l’equipaggio, 3 detenuti e, nonostante lo stato di guerra, 1.388 passeggeri, la cifra più alta registrata su qualsiasi nave quell’anno. Le vittime furono 1.201, fra cui più di cento cittadini americani.
L’Europa era in guerra, da nove mesi. Ma non gli Stati Uniti. All’inizio delle ostilità, il 4 agosto 1914, il presidente Woodrow Wilson aveva proclamato la neutralità del suo paese e alcuni giorni dopo, con un appello personale, aveva invitato i cittadini a mostrarsi imparziali. Alla notizia dell’affondamento del Lusitania gli Stati Uniti furono spazzati, da un capo all’altro, da un’ondata di indignazione.

Il 23 maggio anche l’Italia entrava in guerra.
“Il R. Governo, tenuto conto di quanto è sopra esposto, confortate da voti del Parlamento e dalle solenni manifestazioni del Paese, ha deliberato di rompere gli indugi; ed ha dichiarato oggi stesso in nome del Re all’ambasciatore austro-ungarico a Roma di considerarsi, da domani, 24 maggio, in stato di guerra con l’Austria-Ungheria.
Ordini analoghi sono stati telegrafati ieri al R. Ambasciatore a Vienna. Prego V. S. di render noto quanto precede a codesto Governo”.

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