I libri che fanno cagare


Nonostante la concorrenza della TV in camera o del laptop che ci scalda le cosce a letto invece del gatto, il “livre de chevet“, quello che si tiene sempre sul comodino, è sempre presente e a portata di mano, se non altro come estremo rimedio all’insonnia.
Io, per ragioni che non dettaglierò più di tanto, oltre al livre de chevet faccio grande uso anche dell’umile ma utilissimo livre de bidet.
In effetti chi, come me, per realizzare compiutamente e soddisfacentemente certe funzioni fisiologiche necessita di un qualche “supporto” psicologico alla bisogna, il livre de bidet è un ausilio indispensabile.
Per molti la lettura che accompagna questo rito quotidiano è la Settimana Enigmistica, sui cui indugia la mente cercando la rilassatezza che induce alla funzione; ma certi ostici rebus possono costituire uno sforzo mentale ancor superiore a quello fisico purtroppo non di rado necessario ad espletare la cosa.
Ho infatti abbandonato la Settimana Enigmistica come ausilio all’uopo dopo che mi ci son volute alcune decine di “sedute” e decisamente troppa fatica per risolvere questo cervellotico rebus:



Il libro che fa cagare va quindi scelto oculatamente: occorre scartare i thriller e il genere avventuroso che appassiona il lettore, dovendosene ovviamente staccare a più riprese.
Anche il genere rosa (che tuttavia non frequento) credo sia da scartare, per ovvie ragioni legate alla location poco adatta al romanticismo.
Oltre all’oculatezza nella scelta del contenuto, conviene anche utilizzare libri a cui non si tiene molto o di cui si ha una seconda copia, per via del non infrequente caso “mi accorgo che è finita la carta igienica solo DOPO”: a causa della Prima legge di Murphy del Cesso è questa un’evenienza purtroppo frequente e se il libro fa davvero cagare (anche in senso figurato) potrebbe essere sacrificato senza strappare il cuore del bibliofilo imprevidente (la Settimana Enigmistica, per evitare tale ingloriosa fine adotta furbescamente una carta troppo liscia per l’uso di emergenza…).
Al momento, il mio livre de bidet è “Vite di Uomini Illustri” di Achille Campanile (prima c’era stato il Moby Dick tradotto da Pavese negli anni ’30 e i “Cavoli a merenda” di Sto) per cui, trattandosi di libri di un certo pregio, sto sempre molto attento al rifornimento cartaceo.

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