Non può piovere per sempre…


È il 30 marzo 1993, a Wilmington, Nord Carolina. Brandon si prepara a girare l’ultima parte delle scene con armi da fuoco. Dopo, mancheranno solo otto giorni a terminare il film che costituisce il suo “lancio” come divo di Hollywood.
Brandon parla a sua madre sul telefono.
Dopo averle detto che è contento che stanno per finire le scene con le armi, termina la conversazione con le parole “love you momzos” (ti amo mammina) e si dirige al set.
Poco dopo mezzanotte – i primi minuti del 31 marzo – inizia il conto alla rovescia per la vita di Brandon.
Si gira la scena nella quale Eric Draven cammina verso la sua amata Shelly, che i teppisti stanno uccidendo e stuprando.
Dopo molte prove si decide di girare la scena sul serio.
Ognuno è a posto.
Michael Massee (FunBoy) ha in mano la pistola con cui deve sparare a Brandon (Eric Draven) appena entra nella stanza.
Il regista Alex Proyas chiama “azione”.
Brandon entra, Michael Massee tira il grilletto, Brandon precipita a terra e Alex Proyas grida “taglia!”.
Ognuno si rilassa e comincia a lasciare il set, ma Brandon resta a terra.
Famoso per i suoi scherzi, si pensa che Brandon stia prolungando la finzione alla sua solita maniera comica e allegra.
Subito però è chiaro che questo non è uno scherzo ed è appena accaduta una tragedia.
Colpito da proiettili “veri”, Brandon Lee muore dissanguato all’ospedale dodici ore dopo.
Il film “Il Corvo” verrà completato con controfigure ed effetti digitali.

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