Blu Alchemico






Svanisce
l’anima
Svanisce l’anima nella
forma delle cose

– Robert Kelly – “The Blue”

C’è stato un tempo in cui i colori – come le stelle e i diamanti – avevano un nome.
Un nome proprio, che spesso evocava la loro esotica origine o provenienza.
Nomi antichi ormai in disuso, sostituiti da sigle o codici esadecimali che sicuramente li definiscono con più precisione ma con assai minor poesia.
Quei vecchi nomi evocano storie e profumi di un oriente lontano e misterioso, ben diverso da quello che entra oggi nelle nostre case con i reportage da Baghdad o dall’Iran.

Il turchese, che deriva il suo nome dalla pietra preziosa tanto amata dagli Ottomani; il crémisi, qirmiz in Armenia dove veniva estratto da un parassita delle piante e al Kermes nella traslitterazione araba che ancora utilizziamo per il liquore da pasticceria.
Ma il più affascinante e misterioso è forse l’Indaco, proveniente dalla Jungla Nera della lontana India.
E’ il padre di tutti i blu fino alla sua prematura scomparsa ad opera di una sua sintetica e ingrata figlia: l’anilina.
Ma ha generato tutti i blue jeans e anche un grande blues di Duke Ellington, scritto nel 1930 col clarinettista Barney Bigard, quando lavoravano insieme all’altrettanto mitico Cotton Club.
E cantato con triste dolcezza da Ella Fitzgerald.

Mood Indigo

You ain’t been blue, no, no, no
You ain’t been blue
Till you’ve had that mood indigo
That feeling goes stealing down to my shoes
While I just sit here and sigh
Go along blues
I always get that mood indigo
Since my baby said goodbye
And in the evening when the lights are low
I’m so lonely I could cry
‘cos there’s nobody who cares about me
I’m just a soul that’s bluer than blue can be
When I get that mood indigo
I could lay me down and die
You ain’t been blue, no, no, no
You ain’t been blue
Till you’ve had that mood indigo
That feeling goes stealing down to my shoes
While I just sit here and sigh
Go along blues

E l’alchimia? beh per quella vi rimando al classico articolo di Walter Hillman Alchemical Blue and Unio Mentalis (in traduzione italiana, con anche l’originale inglese) a cui ho bellamente rapinato l’evocativo titolo e la citazione poetica di Robert Kelly.
Perché ovviamente ubi maior, minor cessat

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