Il bootstrap per la Luna del Profeta Elia


Quando spingiamo il tasto che accende il computer, dopo qualche istante sentiamo un piccolo bip seguito, poco dopo da un secondo bip.
Tra il primo bip che segnala il compimento del POST (non quello che scriviamo sul forum, ma il Power On Self Test=verifica automatica dopo l’accensione) e il secondo bip, che segnala l’avvio del sistema operativo, il PC esegue una operazione che in gergo tecnico si chiama BOOTSTRAP.

La parola bootstrap in realtà non ha nulla di tecnico, è una classica “battutona” americana che indica il tentativo di una persona che cerca di sollevarsi in aria afferrandosi per le strighe degli stivali e tirando su; e in effetti è un po’ quello che cerca di fare il PC: usare un programma per far partire un altro programma (il sistema operativo).

Ma, assai prima degli spiritosoni americani, un assai originale sistema di bootstrap lo aveva inventato il Profeta Elia, per arrivare sulla Luna.
La storia è raccontata da Savinien Cyrano de Bergerac, si, proprio lui, il nasuto e romantico protagonista della commedia di Rostand, in realtà oltre che spadaccino, anche originalissimo scrittore francese del ‘600.


“L’ordine di andare sulla Luna è venuto ad Elia dall’angelo del Signore: «Dovete sapere che l’angelo mi aveva detto in sogno che, se avessi voluto possedere una scienza perfetta com’era nei miei desideri, avrei dovuto salire nel mondo della Luna, dove avrei trovato nel paradiso d’Adamo l’albero della Scienza, e non appena avessi gustato del suo frutto l’anima mia sarebbe stata rischiarata da tutte le verità che è capace di comprendere una creatura».
Per eseguire l’ordine dell’angelo, Elia si è messo al lavoro, ha fuso in un forno una calamita di circa due piedi quadrati e l’ha ridotta in un blocco delle dimensioni di una palla non tanto grande; poi ha fatto costruire un’insolita vettura, un carro di ferro molto leggero, vi è montato dentro e ha lanciato in alto con forza la palla calamitata che ha attirato verso di sé l’ingegnoso missile. «Man a mano che arrivavo dove mi aveva attratto la calamita», – prosegue Elia – «non appena ero salito fin là la mia mano la rilanciava ancora più su». Così, ripetendo meccanicamente quell’operazione, è arrivato sulla Luna”.


(Cyrano de Bergerac, «Incontro con il profeta Elia», in: L’altro mondo ovvero stati e imperi della luna, Roma, Theoria, 1982, pp. 37-46).

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