Nelle mie corde


Nelle mie corde

Il souvenir è forse la maggior disgrazia dei viaggi: si fanno i salti mortali per stiparli nel bagaglio e poi si finisce per impestare la casa di sfere di cristallo che fanno nevicare sul Colosseo, statuette fosforescenti della madunina o di Padre Pio, improbabili marche di sigarette e di liquore.
Oppure, avendo a disposizione più quattrini, tappeti etno, pelli di coccodrillo, pouf di pelle, maschere, statue e ricche ceramiche che vanno comunque a prendere polvere negli angoli di casa, trasformandola in un disordinato bazaar di cianfrusaglie.
Tuttavia non ci si può esimere dal tornare a casa da un viaggio senza il “ricordino”: anche se brutto è un po’ come quella vecchia stupida canzonetta che ci riporta alla mente buone vibrazioni di attimi favolosamente felici.
Io ho trovato che il miglior rapporto prezzo/prestazione per i souvenir ce l’hanno gli strumenti musicali: quelli veri, non quelli finti per i turisti.
In generale sono oggetti costruiti con cura, decisamente belli e funzionali e non costosissimi perché sono produzione locale non specificatamente indirizzata ai turisti.
Quando possibile, sono andato sugli strumenti a corda: un po’ perché suono la chitarra e un po’ perché quanto a buone vibrazioni sono il massimo.
E poi sono belli, anche nei particolari…

























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