Fenomenologia di The Undertaker


La notizia
Ieri sera un ragazzino vestito da cretino (diciamo con la maschera di Rey Mysterio, tanto per intenderci), che sarebbe mio figlio, accompagnato da un cretino vestito da ragazzino (che sarei io), hanno assistito insieme ad altri cinquemila complici a una esibizione di Smackdown. Chi non sapesse ancora di cosa parlo lo capirà leggendo le note che seguono.

La cronaca

Pubblico variopinto e ricco di cartelloni con scritte piuttosto criptiche.
Presentatore americano che la voce fuori campo dei film di John Wayne gli fa un baffo.
Un minuto di silenzio per la morte di un campione rimasto fulminato mentre si lavava i denti (dura lotta con mio figlio per spiegargli che non può essere stata quella la causa e che lui deve continuare a lavarseli regolarmente).



Si inizia con un omaggio al paese ospitante: un tappetto di nome Nunzio stende un muscoloso afroamericano.

Il successivo afroamericano (beh, in questo caso ci stava anche “negrone”, ma facciamo pure i politically correct) sembrava l’omino della Michelin e non ha dato scampo all’avversario:





Poi due tipi vestiti da porcospini hanno steso due sosia di Brad Pitt formato Troy:

Dopo un interminabile introduzione di cornamuse è saltato sul paco un anonimo tipo scozzese che doveva essere molto popolare, a giudicare dalle ovazioni:

Intermezzo comico col tipo che vuole vendere le pillole per dimagrire al Maciste campione del mondo:

Incredibile panzone vestito da uomo di fatica del circo stende da solo due forzuti con una lunga barbetta da capra:

Alla fine della serata, cambia la musica: dopo una collezione di hard dark industrial metal da far paura, si spengono le luci, tacciono le voci e fra i rintocchi di una campana che suona a morto si odono le note del Concerto in Re minore per pianoforte e orchestra di Sergej Rachmaninoff, detto anche “La Cassa da Morto”.
Con passo grave e lento entra sul ring The Undertaker, figuro dall’aria così lugubre che il suo avversario – pure piuttosto ben dotato a muscoli – per almeno cinque minuti si nasconde fuori dal quadrato.

Incredibile ma vero, l’intero stadio fa il tifo per il mortifero personaggio (anch’io, effettivamente… 😀 ) che dopo immani fatiche e rischio di sconfitta riesce a “seppellire” il temibile avversario.

L’analisi critica e culturale dell’evento

Mah…

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