Pavane pour une Régine défunte





Adeline Isabelle Régine Bertinchamps, fu ripescata, annegata, dalla Sambre il 12 marzo 1912 con il volto completamente fasciato dalla camicia da notte.
La breve inchiesta della gendarmeria di Châtelet si concluse con un verdetto di suicidio.
Le dichiarazioni del marito, Leopold Magritte, che attestavano lo stato di depressione della moglie furono decisive per la rapida conclusione dell’inchiesta.
Ma la verità è raramente pura, e mai semplice: quello che successe in casa Magritte nella notte tra l’11 e il 12 marzo del 1912 fu ben altro.
Gli affari per i Magritte andavano male e Adeline, una quarantenne ancora di bella presenza, all’insaputa del marito, arrotondava le entrate con la professione più vecchia del mondo, che aveva praticato anche quando faceva la modista, prima di sposare Leopold.
Quella sera, le urla nella stanza dei coniugi Magritte svegliarono il tredicenne René, che vide l’infuriato Leopold, venuto a sapere della cosa, contestare a sua madre il suo indecente comportamento. Lei lo prese in giro, ridendo sguaiata.
Lui alzò le mani su di lei mentre, inorridito, René si faceva avanti per fermarlo.
Lei continuò a deriderlo e, indicando René, disse ammiccando – Ecco il bastardo, il figlio del tuo cameriere… -.
Leopold le fu sopra, le avvolse la testa nella vestaglia per impedirle di gridare; insieme a René la trascinarono fin sulle rive della Sambre e la fecero scivolare, quasi soffocata ma ancora viva, nell’acqua torbida che la portò lontano.
La camicia da notte, gonfiandosi sull’acqua, la sostenne per un poco a galla, ma non per molto, perché le sue vesti appesantite dall’acqua assorbita, trascinarono la misera a una fangosa morte.
René Magritte confessò indirettamente il delitto a cui aveva preso parte in un documento autografo reso noto qualche anno dopo la sua morte (René Magritte, Écrits complets, édition établie et annotée par André Blanvier, Flammarion, 1979) e, soprattutto, in moltissime delle sue opere: dalla sirena “inversa” che non canta e non respira, agonizzando fuori dall’acqua (esattamente l’inverso di quanto accaduto alla madre), ai volti fasciati – come l’ultima immagine di sua madre – che dominano come fantasmi grigi tante sue opere.
Questa storia non la troverete scritta in nessuna enciclopedia o wiki: le storie vere non lo sono mai.

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