Apeiron

Sembra un perfetto matrimonio.
Lei graziosa, sinuosa come una glicine, nel fiore degli anni.
Lui, forte come una quercia, si lascia abbracciare dolcemente, senza protestare. Dovrei prendere in mano le forbici da potare e provvedere al divorzio

Ma non ce l’ho fatta, non ho avuto il cuore di spezzare quell’abbraccio romantico tra la glicine e la quercia: a fermare la mano troncatrice è stato il ricordo dei vecchi innamorati, Filemone e Bauci, cantati da Ovidio nell’ottavo libro delle Metamorfosi.
Avevano ospitato Giove e Mercurio, sotto vesti umane, con tanta sollecitudine che gli fu concesso di esaudire un desiderio.
Chiesero che né lui potesse mai vedere la morte di lei, né lei quella di lui.
Così, quando arrivò la fine del loro tempo, furono contemporaneamente trasformati in due alberi avvinghiati tra loro, una quercia e un tiglio.


Romain de Tirtoff dit ERTÉ (1892-1990) Philémon et Baucis, 1942

Così, quando qualche settimana fa sono sceso dal Burchiello per visitare Villa Pisani, sul Brenta, e mi sono trovato di fronte questa grande scultura in bronzo…


…mi sono detto: ecco un’altra interpretazione del mito greco di Filemone e Bauci.
Tornato a casa, ho cercato notizie sullo scultore e sull’opera, ma niente “Filemone e Bauci”, l’ho trovata sotto il titolo “Apeiron”, opera dello scultore Andrea Roggi.
Un bravo bambino avrebbe subito cercato “Apeiron” su Google per vedere se si trattava di uno spritz o di un mojito, ma io, kattivo e spokkioso, devo far sfoggio della mia cultura classica: quindi sono andato direttamente nella mia biblioteca a cercare Anassimandro sulle “Vite dei Filosofi” di Diogene Laerzio; un vecchio libro che Henry Estiénne diede alle stampe nel 1570, utilizzando i famosi “[URL=”http://www.lavieb-aile.com/2015/10/les-grecs-du-roy-de-claude-garamond.html”]Grecs du Roy[/URL]”, rubati da suo padre Robert al re di Francia.


E qui si legge: “Anassimandro, figlio di Prassiade, nato a Mileto. Costui affermava che il principio e l’unico elemento costitutivo del mondo non è l’acqua o l’aria ma l’immutabile apeiron“.


Come si vede, “Apeiron”, secondo il Rocci, può significare inesperto, ignorante o alieno: e non sarebbe difficile concordare con Anassimandro che il mondo – per lo meno quello della Rete – è pieno di inesperti e ignoranti; e gli amanti delle cospirazioni concorderanno pure sul fatto che il mondo è pieno di alieni.
Ma “Apeiron” – dice sempre il Rocci – ha anche un altri significati: “senza fine”,”infinito”, “immenso”, “sterminato”; e questo significato viene generalmente attribuito all’apeiron di Anassimandro.

E credo anche alla scultura di Roggi, con quel globo non-finito e le due figure, come Filemone e Bauci, legate in un abbraccio senza fine, senza un attimo di respiro, per sognare, per potere ricordare ciò che abbiamo già vissuto, senza fine…

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