Salvato da Marlon Brando


Negli anni ’50, i bambini, quando andavano dal barbiere, non avevano molta voce in capitolo per quanto riguardava il taglio che preferivano.
Ai miei tempi, il barbiere del paese si chiamava Carletto ed era uno con i capelli impomatati e i baffetti alla Clark Gable: appena mi prendeva in consegna estraeva – come una Colt o una Smith&Wesson – la terribile “macchinetta” e strizzando l’occhio furbetto diceva: “Li tagliamo alla Aisenàue, come al solito?”.
Chi ha visto le foto d’epoca del generale Eisenhower (allora era pure presidente degli USA) si potrà immaginare quanto radicale fosse il taglio che mi aspettava.
Ma non era il taglio corto che mi spaventava (tra l’altro prendevo 5 lire da quelli che poi volevano passare la mano sul delizioso vellutino che ne risultava): il problema era la “macchinetta” che il sadico barbiere maneggiava con una certa ruvidezza e – almeno così mi pareva – erano più i peli che strappava di quelli che tagliava.
Ma un giorno – Dio abbia in gloria Hollywood e i suoi divi – alla domanda “Li tagliamo alla Aisenàue?”, la mamma rispose: “Ma no… tagliamoli alla Marlon Brando, con la frangetta…” e mi salvò perpetuamente dalla tortura.
E l’introito derivante dalle 5 lire per ogni carezza sul vellutino?
Ero un tipo pieno di risorse – almeno allora – e disponendo di una erre moscia fuori dal comune, da quel momento in poi mi davano 5 lire per sentirmi dire “Marrrrlon Brrrrrando”…


io con il taglio di capelli alla Marrrlon Brrrrando

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.