I record d’atletica leggera del “velocipide” Giovanni Mazzesi di Ravenna, 1834

“Velocipede”, prima di diventare sinonimo di “bicicletta”, era un epiteto di Podarge, un’arpia il cui nome significa appunto “la più veloce” e secondo Omero era la madre dei velocissimi cavalli di Achille (“Xanto e Bálio a Podarge incliti figli”, Iliade XIX), anch’egli ben noto come “velocipede” o “piè veloce”, se preferite.Così si definisce dunque il nostro Giovanni Mazzesi, “Velocipide ed agile nel corpo” e, dopo aver elencato i suoi record (“per miglia 6 in meno di minuti 40, per 10 poco più di 60“), promette al benigno pubblico di fare una “Carriera Pedestre”, cioè una corsa, di due miglia sia in andata sia in ritorno “nel breve perentorio dei minuti 26“, ossia fare 6.000 metri di corsa in 26 minuti.

Spera egli di ottenere, come in altri Porti e Città, un benigno compatimento, e questa speranza lo anima a fare ogni sforzo per rendersene sempre più degno e riscuotere il comune aggradimento“.

Ahimé, non erano più i tempi in cui il “piè veloce” era cantato da Omero, né erano ancora i tempi in cui le stelle dell’atletica potevano spuntare cifre astronomiche nei meeting d’atletica e prime pagine dei giornali: quel che resta del Mazzesi, oltre a questo rarissimo e forse unico avviso manoscritto (che comunque lo colloca fra i precursori dell’atletica leggera italiana), è solo uno scarno trafiletto del 1839 che lo vede ancora in attività podistica in quel di Cesena “16/05/1839,  Il ravennate Giovanni Mazzesi esegue una “carriera velocipite” impiegando meno di trenta minuti a percorrere per quattro volte, tra andata e ritorno, la distanza che separa Porta Santi da Porta Fiume“. 

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