Il primo Dalla, che tenero…


A dieci anni, nel teatro comunale del mio paesino di nascita…



Tutto sommato piuttosto caruccio, anche se vicino a quel ceffo di attore sarebbe stato bello qualsiasi scarrafone…




Una foto con autografo (deve essere di una mia cugina che fece un po’ di università insieme a lui, credo) … a 25 anni era già più peli che pelle… 😀



e lo spartito musicale del primo grande successo di Lucio Dalla (“Il Cielo”), negli anni in cui a Sanremo cantava “Paff Bum” in coppia con gli Yardbirds di Eric Clapton, Jeff Beck e Jimmy Page…

Dove osano le aquile


Appollaiata su un ramo della foresta pluviale, l’aquila pescatrice dell’Orinoco sembra piuttosto un falchetto, se non un passerotto un po’ cresciuto, non fosse per il becco ricurvo e quell’occhio aquilino.



ma, quando dispiega le ali sul Salto dell’Angelo, si rivela nella sua natura di possente predatore dell’aria e dell’acqua: per i pesci dell’Orinoco sono cazzi duri, altro che passerotto non andare via…

Simbologia extraterrestre della Croce


Arrivare in cima alla salita Croce, sull’Isola di Ponza, è un vero calvario, quando il sole picchia forte e si è disfatti da una lunga giornata di mare.
A metà della salita, c’è un belvedere per riposarsi un attimo ammirando il sottostante porto; e c’è un’edicola che contiene, ovviamente, la croce eponima della salita.
E’ una croce costellata di simboli, io ne ho contati almeno 13, alcuni molto evidenti e legati alla tradizione della Passione di Cristo ma altri (il 3, il 4, il 5 e il 12 e il 13) mi lasciano abbastanza perplesso.



Gli ultimi due sembrerebbero raffigurare un alieno con esoscheletro corazzato che si avvia ad imbarcarsi su una astronave extraterrestre, ma temo che la vera spiegazione sarà molto più terra terra…

Come le foglie


Come le foglie che fa germogliare la fiorita primavera ai raggi del sole,
noi umani, simili ad esse, per un tempo brevissimo godiamo i fiori della giovinezza,
né il bene né il male conoscendo dagli dèi.
Oscure sono già vicine le Parche,
l’una avendo il termine della penosa vecchiaia, l’altra della morte.




Sarà per via della latitudine, ma ci sono foglie che invecchiano molto meglio di altre: come noi umani, d’altronde.

Fanculo neve e gelo


Non che starsene rintanati davanti al camino scoppiettante fosse poi così triste; e nemmeno dover spalare un po’ di neve per farsi strada in giardino.
Quello che mi ha davvero scassato le palle è stata la presenza massiccia di drammatici titoloni al riguardo, nonché le relative chiacchiere che sono riuscite ad oscurare perfino Schettino e la sua Concordia.
Quindi, fanculo ghiaccio e gelo, ho preso l’aereo e ieri stavo fra le nuvole, sull’Atlantico, nel blu dipinto di blu, dopo essere passato su Roma che non aveva (almeno vista dall’aereo) nessuna traccia di neve (evidentemente se la era spalata tutta Alemanno).



domani arrivo a destinazione, in un atollo della barriera corallina caraibica.



e voi, mi raccomando SPALATE…

Meraviglie del Papa Re


Traggo da un manifesto, che casualmente mi è passato per mano riordinando la collezione di vecchie carte, un elenco di “meraviglie naturali” delle quali molte mi riescono del tutto misteriose.
“LE CELEBRITA’ DELLO STATO ROMANO” è il titolo del manifesto, stampato in Bologna nel 1854; forse ad uso “turistico”, per invogliare i vicini a vistare le località indicate e portare afflusso di moneta.
Se il luoghi sono ben riconoscibili, parecchie delle “meraviglie” suonano abbastanza esoteriche per assegnarle a questo forum: abissi, rupi semoventi, stanze parlatrici, isole natanti e pietre lanciate.
In ogni caso, del “Bulicame di Viterbo” o dell’Eco di Piediluco io non avevo mai sentito nulla, prima d’ora: e delle 20 “meraviglie” l’unica che ho visto con i miei occhi sono le cascate delle Marmore, anche se prima della costruzione della centrale idroelettrica che si beve tutta l’acqua del Velino dovevano essere certamente più meravigliose, specie se oggi si capita negli orari sbagliati.

L’elenco, comunque, è questo, tanto per vedere se sono il solo ad aver trascurato così le meraviglie del Papa Re o se qualcuno se le è viste tutte:

Le donne sono dieci volte più stupide degli uomini


LE LEGGI FONDAMENTALI DELLA STUPIDITA’ UMANA
di Carlo M. Cipolla, Professore Emerito di storia Economica a Berkeley

La lettura del Cipolla mi ha fatto riprendere in mano la meritoria opera data alle stampe alla fine del secolo scorso da Antonio Tosti, “Contributo alla conoscenza della stupidità umana”, Sellerio, 1991.
Essa tratta – come si può ben capire dal cristallino titolo – della stupidità e della scempiaggine dell’umana natura: un argomento caduto un po’ in oblìo dopo l’esauriente saggio cinquecentesco di Erasmo da Rotterdam.
La stupidità umana è trattata con ampi ed illustrati esempi, basandosi su messaggi pubblicitari che presentano prodotti che solo uno stupido potrebbe acquistare: ma come si sa, se esiste un prodotto è perché esistono dei compratori.


Ecco un sistema per avere degli occhi incantevoli, oltre che – immagino – puliti…




In questo caso la comodità si sposa alla pulizia:



Su questa tipologia di articoli, la tecnologia ha fatto passi da gigante, ma questo funziona anche senza pile, c’è la manovella.




Basta che sia americano…



Con sole sessanta lire una parure eccezionale…




“Nessun insuccesso”, con il sistema americano contro le rughe




Orecchie a sventola? no problem… c’è ADES




Perché dimagrire solo su fianchi e cosce?




Altro che il pericoloso silicone, basta pompare…




e poi per il mantenimento…




Il sapone PPP, una specialità assoluta




come si potrà notare, gli articoli indirizzati al pubblico femminile sono in preponderante maggioranza, in proporzione di dieci a uno: e se la matematica non è un’opinione, non si può che dedurne appunto che le donne sono circa dieci volte più stupide degli uomini.

Il valore degli spiccioli


Gli esperti di finanza, monetaristi e signoraggisti, nonché le oculate casalinghe, sono tutti invitati a risolvere un difficile quiz partorito dalla mia contorta mente.
Non spaventatevi, non è un quiz culturale; si tratta di oggetti che gran parte di noi ha avuto ed ha per mano quotidianamente: le monetine.
Non sono arrivato fino alle stelle, come la Torre di Babele e lo spread dei BTP: mi sono fermato a 13; una sull’altra, tutte raccolte dal cassetto della scrivania dove prendevano polvere e incollate, grazie a Photoshop, sullo sfondo gentilmente imprestato da Pieter Bruegel il Vecchio.

Il valore della Torre, tutti spiccioli che hanno o hanno avuto circolazione in Italia, non arriva all’euro ed è esattamente di 1135,73 lire del vecchio conio.
L’abile solutore identificherà quali sono le 13 monete che ho utilizzato e in che ordine le ho disposte da terra fino a scalare il cielo, riflettendo sulla cura dimagrante che il tempo ha avuto sugli spiccioli (e non solo su quelli).