
Un sacco di rebus da risolvere.
Parecchi sono molto difficili ma per tutti c’è disponibile l’aiutino…
Un sacco di rebus da risolvere.
Parecchi sono molto difficili ma per tutti c’è disponibile l’aiutino…
Cioè, mettetevi nei miei panni: ho raccolto sull’assolata isola di Palmarola quattro semi della palmetta nana, unica palma originaria dell’Europa, che cresce selvatica sulla sua superficie e le da il nome.
Li ho seminati nella nordica Romagna curandoli per alcuni anni finché non sono spuntate le piccole tenere palmette, riparandole dalle brume gelide e abbeverandole nelle torride estati.
E mi devo trovare con due gatti deficienti che non solo mi spezzano le tenere palmette giocandoci perché si muovono al vento ma le hanno elette a poltrona dei loro flaccidi culi, piegandole per star comodi e forse in attesa di farsi le unghie sul giovine tronchetto.
Ho dovuto prendere una drastica decisione: oggi ho potato il pungitopo e l’ho distribuito attorno alle palmette sperando che punga il gatto quanto punge il topo, nonché le mani del potatore di pungitopo.
Vediamo se funziona e riesco a evitare il saccheggio felino delle palmette; sperando che non intervenga la Protezione Animali, che poi mi tocca di chiamare la Protezione Vegetali sperando che ci sia…
Fra due catene di continui monti
Serpeggiando sen va di Como il Lago,
Di suo limpido umor perenni fonti;
A renderne l’ aspetto ancor più vago,
In esso, come speglio rilucente,
Capovolta riflettono l’imago.
Nel 1827, dopo aver dato alle stampe con grande successo la prima edizione dei “Promessi Sposi”, il Conte Alessandro Manzoni si recò all’estero, a Firenze.
Come è noto, voleva ripulire il suo romanzo dalle forme dialettali lombarde, “sciacquando i panni in Arno”, per farne il primo vero esempio di prosa “italiana”, così come la “Divina Commedia” ne era stata il primo esempio di poesia.
Alla fine di quell’anno era già membro dell’Accademia della Crusca e forse ebbe modo di conoscere un suo grande ammiratore, l’avvocato in pensione Lorenzo del Nobolo, che era vicepresidente dell’Accadema Valdarnese di Montevarchi.
Quest’ultimo, entusiasta del romanzo, provvide a farne una sciacquatura tutta sua, non contentandosi della purezza della lingua toscana ma aggiungendovi verso e rima di stampo dantesco.
Così, ben prima delle edizioni manzoniane del ’40/42 che abbiamo tutti letto a scuola,nacquero…