200 personaggi in cerca d



Dello scandalo che mi ha portato a vivere nella provincia del Capo, difficile che ne parli. Preferisco raccontarti dell’opera musicale che vorrei scrivere su Byron in Italia per violino, violoncello, oboe e fagotto. Quello che mi si riesce a strappare è solo un disarmato appello ai diritti del desiderio che fa fremere anche gli uccellini.
Ogni donna che ho avuto, giuro, mi ha insegnato qualcosa e mi ha arricchito, pure le storie peggiori, pure i fallimenti. Con le donne, in fondo, ci sono cresciuto e questo mi ha aiutato a capirle.
Il mio guaio è che sono sempre stato troppo bravo a tenere a bada l’amore. Come quando insegnavo alla Cape Technical University e a cinquantadue anni e con due divorzi alle spalle pensavo di aver risolto il problema del sesso piuttosto bene: con 400 rand alla settimana. Nessuno ha capito perché ho buttato via la mia vita per una storia insignificante con un’allieva, occhioni scuri e corpo snello. Ma dopo una certa età, mi piace dire, tutte le relazioni sono serie, come gli infarti.
Forse per guardare le cose dentro la loro verità e la loro asprezza era necessario che mi offrissi alla vergogna. Rinunciare al diritto di difendermi. Perdere ogni proprietà materiale. Diventare estraneo alla mia gente. Attraversare, infine, anche la vergogna della mia unica figlia, esposta all’emarginazione e alla violenza del suo Sud, ma inamovibile dalla sua terra pericolosa. Dal suo futuro senza salvacondotti.
Ora David Lurie, posso concludere con un sorriso, è solo un uomo che si allena a invecchiare in una clinica veterinaria di campagna aiutando i cani sciancati a morire.



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