Chiamatemi Mardou cuorefragile. Mardou piedevagabondo. Mardou che si mangia le unghie mentre ascolta Gerry Mulligan. Mardou ciglianere e sciarpa rossa. Mardou sinuosa, intima, segreta. Mardou nevrotica. Mardou incomprensibilmente bella. Mardou coi sandali infradito e i piedi scuri. Mardou mani-in-tasca e capelli corti e ispidi. Mardou seduta sul parafango di una macchina. Mardou zigomi alti e mare nero negli occhi. Mardou che vuole essere autonoma e Mardou in analisi. Mardou che ti abbraccia ma non dice mai amore e Mardou che va con tutti ma non ha a che fare con nessuno. Mardou che rimanda sempre ogni cosa e non lava i piatti e Mardou che da bambina buttava la spazzatura in un vicolo pauroso. Mardou sorriso fisso e stanco e Mardou sballata d’erba e di benzedrina. Mardou dal mento profondo. Mardou per metà padre mezzosangue Cherokee e hobo e per metà madre morta di parto. Mardou nuda nel corridoio e Mardou nascostapersempre. Mardou che veniva picchiata e Mardou sola per le strade bagnate di San Francisco, nella selvaggiAmerica. Mardou malata di mente. Mardou con il vento nel sangue. Mardou labbra fantastiche e orfanotrofio di monache. Mardou maschera di porfido. Mardou odore di pioggia. Mardou, amoretriste.


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