I delitti degli uomini buoni non si contano e, contrariamente a quanto si pensa, sono gli unici che non possono essere perdonati.
Queste le parole che mi disse l’angelo della colpa. Parole dure, senza appello, per un falegname come me che fortuitamente era venuto a conoscenza d’una strage prossima e terribile, metafora sanguinosa di tutte le stragi di innocenti che l’avrebbero seguita. Da quel momento, non fui che un soldato sulla strada di Betlemme che ogni notte andava a uccidere suo figlio. Il mio mancato soccorso, quello che avrei potuto evitare e non ho evitato, se non per me e per la mia famiglia, continuò a tormentarmi.
Fu l’inizio di una storia conosciuta. Una lunga catena di infelicità attraverso caravanserragli affollati da cambiavalute e uccellieri, sotto un cielo vuoto. E da solitari che raccolsero dalla croce dei padri, come fece mio figlio Gesù dalla mia, i sandali con cui sarebbero entrati nei loro dolorosi sogni.


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